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Paesaggio d’inverno

Bruegel il vecchio

 

 

 

 

 

 

 Appunti.

Vi sono momenti davvero colmi di intensità. Sono momenti obiettivamente riservati a pochi eletti…Uno di questi è ritrovarsi in uno stadio del ghiaccio, solo sugli spalti, prima che inizi una partita di hockey, durante il riscaldamento delle squadre…
Ti avvicini a questa costruzione, in genere isolata, un po’ fuori paese; spesso sei sotto le Dolomiti o il Civetta e, siccome sono le 6, 7 di sera, vedi la cresta dei monti, nera come una minaccia e il cielo terribilmente chiaro e bluastro. Poi, nel silenzio, inizi a sentire un suono dalle aperture del legno; è un suono secco, deciso, ripetuto: il rumore del puck sulle stecche.Ormai è familiare e quando lo ascolti, già inizi a sorridere e allunghi il passo.

Ti siedi, gli altri sono ancora al bar, tra vin brulé e grappe al mirtillo…manca tempo alla partita; ma una squadra già scivola in
tondo. Il ghiaccio è candido e lucente, il neon lo esalta. Tante bandierine pendono dal soffitto di legno e metallo. Sulla pista si stagliano i loghi degli sponsor .Sciabolate di luce ti accecano.E’ pulito il ghiaccio, sono rapidi i movimenti . Tutto sembra
mosso da una coreografia. Le due squadre roteano nel riscaldamento, ognuna occupa la propria parte. Le porte vengono infilate negli appositi fori…Qualcuno prende posto vicino a te.

Le ragazze fanno crocchio intorno ai rispettivi portieri. Si leva un urlo, seguito dal battito martellante delle stecche.
L’altra squadra ripete.L’arbitro fa cadere il puck…siamo all’ingaggio.

E’ finita la poesia, ma inizia l’emozione.

 

Musica: Candle in the wind _ Elton John