L’ ombra del vento

Ho terminato il libro che stavo leggendo: L’ombra del vento, di Ruiz Zafòn.
Ero arrivata a questo tomo di 438 pagine in un modo un po’ curioso, esattamente leggendo il blog di uno sconosciuto [ Bad ] che, durante una sua vacanza in Puglia, presso i genitori, si era sentito più volte chiedere se avesse letto Il Codice da Vinci. All’ ennesima richiesta, era capitolato e aveva acquistato il libro, che lo aveva deluso. Nel post su cui io ero avventurosamente capitata, Bad lo metteva in paragone con questo, da cui, invece, era rimasto affascinato.

Non mi è servito altro per finire al Centro commerciale ad acquistarlo ( 18 euro)-

Ambientato in una Barcellona umida e piovosa, è sicuramente molto avvincente. . La storia ruota intorno ad un libro “maledetto”, recuperato quasi per caso nel “Cimitero dei libri abbandonati” da un adolescente, Daniel, appassionato di lettura e aspirante scrittore, tanto da avere come sogno il possesso di una penna stilo Montblanc, appartenuta a Victor Hugo e intravista in una viuzza del centro.
La trama è estremamente complessa e i personaggi si moltiplicano…Io ho commesso l’ errore, a questo proposito, di leggere la prima parte a rate esigue. Inutile dire che poi mi è toccato fare avanti e ‘ ndré per riuscire a raccapezzarmi nella trama. Tra l’altro non si fa alcuna fatica ad usare una marcia in più nella lettura, poiché il libro prende davvero!
Come spesso succede nei libri moderni, vi è una forte contaminazione di generi: si passa dall’horror al noir, alimentato dal contesto di questa Barcellona di vicoli nebulosi, di palazzi liberty, immersi in giardini sferzati dalla pioggia… Quasi incredibile scoprire questo volto inedito di una città normalmente solatìa e asciutta, dice il quarto di copertina..

Incredibile? Forse per gli altri, ma non per me che, l’unica volta in cui ho visitato Barcellona, per altro in gita scolastica, l’ho proprio scoperta sotto una pioggia battente! Mi rivedo nel Barrio gotico, con la testa all’insù, a tentare di guardare la facciata della cattedrale, mentre la pioggia dall’ombrello mio e dei grezzetti sbilzava allegramente nel collo.
Persino il cimitero del Montjuic, che ricorre così spesso nel romanzo, mi compare ancora, grigio e incisivo, appoggiato alla collina a guardare il mare…con quella selva di lapidi a tortiglione. Mi aveva colpito, tra l’ altro, in Tutto su mia madre, di Almodovar
Ma, tornando al romanzo, bisogna anche sottolineare l’ aspetto un po’ feuilleton di alcuni passaggi, che in ogni modo non stona e persino lo sfondo da romanzo di formazione. Passano anni, infatti, nel susseguirsi delle vicende e Daniel si trasforma da adolescente a giovane consapevole. Sullo sfondo una Spagna post guerra civile.

Può essere che il libro voglia condensare troppo e che a volte le mille sfaccettature ne gonfino un po’ troppo i tratti, ma i personaggi conquistano e alla fine spiace arrivare all’ultima pagina, anche se il desiderio di veder dipanarsi la vicenda compensa il distacco!

Carlos Ruiz Zafòn_ L’ ombra del vento_ RIZZOLI € 18

Musica: Blade Runner_ Vangelis