Un libro….”quasi” sotto l’ albero…[ l’ ho messo così, insieme ai regali, per esaltarlo…]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                    Il mio alberino… [ sempre quello dello scorso anno…]

Che McLiam Wilson potesse rappresentare per me una certezza, l’ avevo capito subito, dopo avere superato le prime pagine di Eureka street, circa due anni e mezzo fa; ma si sa, a volte un libro attrae, si crede di aver trovato in un nuovo autore colui sul quale ti butterai a pesce per tutta la tua esistenza di lettore…, colui destinato a soppiantare quello che era stato Steinbeck nella tua giovinezza e poi…arriva puntuale il flop…;-)

L’ ultimo “tradimento” l’ avevo sperimentato con Javier Marias quattro anni fa.

Amatissimo in “Domani nella battaglia” e “ Un cuore così bianco”, franato miseramente nell’ “Uomo sentimentale “ e in un altro di cui mi sono anche scordata il titolo. Stop. Bocciato. Dovrà riprendersi alla grande, perché io gli possa dare ancora credito…;-) [ Tanto ora ho trovato Zafòn nell’ ambito iberico, da tenere sotto tiro…]

Riprendo, Eureka street mi aveva fatto alzare le antenne, dicevo, tanto da scrivere ( allora) su una ML:

 

“Prima di partire, però, devo dirvi due parole su "Eureka street" di R. Liam Wilson. E' un romanzo bellissimo, che vale la pena di acquistare e leggere senza alcun tentennamento. Quando l'ho iniziato, a dire il vero, credevo di trovarmi di fronte ad un clone di Coe ( con tutto il rispetto per Jonathan Coe, che, alla lunga, però, mi stufa un po'....)
Ma dopo i primi capitoli il libro ti prende in modo coinvolgente, ami questi personaggi così umani, teneri, anche un po' strambi, se vogliamo.

E, soprattutto, impari ad amare Belfast, vista nel momento più tragico della guerra civile, attraverso gli occhi di alcuni protagonisti. Non manca un forte humour che si sposa a pagine estremamente drammatiche, sebbene scritte sempre con una
scrittura scarna, a volte colloquiale, che alterna la prima con la terza persona, e che evidenzia l'abilità di questo giovane irlandese ( è anche carino....guardare la foto in copertina!!!).
Il libro è quasi tutto su un ottimo livello, ma il capitolo 11 è qualcosa di straordinario: riesce a raccontare l'orrore di una strage causata da una bomba in un pub in un modo talmente secco, semplice e snocciolato, che non riesci a staccare gli occhi da quello che a mano a mano che leggi, ti si sta parando di fronte.
Un romanzo che mi ha davvero lasciato qualcosa [ 12/07/ ’02 ]”

 

Ecco, mi “cito” ( ah ah ) non per deliri vari, ma per far capire l’ impressione che questo libro aveva lasciato su di me.

E’ chiaro, quindi il perché, quando tre settimane fa mi sono inaspettatamente trovata di fronte ad un romanzo dell’ autore, appena uscito ( ho scoperto successivamente che si trattava di un libro antecedente Eureka Street ), l’ ho acquistato al volo.

“Il dolore di Manfred” è un genere completamente differente. Diversi i personaggi ( anche come età), le psicologie, le ambientazioni. Inalterata la capacità descrittiva di questo autore, che giudico straordinaria.

Non è un libro accomodante, è crudo, scomodo, quasi maniacale nelle descrizioni del dolore anche fisico del protagonista. Ma le scene crude che vengono vomitate sul lettore non sono sensazionalistiche, non attraggono con morbosità, ma servono solo a far penetrare chi legge nella mente e nel fisico, direi, di questo anziano in “disfacimento”…

Il libro ha una costruzione simmetrica: ad un capitolo in presa diretta, se ne alterna un altro in flash back, che ripercorre il passato prevalentemente legato alla seconda guerra mondiale, di questo inglese, che aveva fatto la campagna d’ Africa , lo sbarco in Italia e le tappe d’ obbligo di quei drammatici anni.

Ma sottolineo che è soprattutto un libro sull’ amore. Un amore totale e straordinario, visto da un punto di vista del tutto inedito.

E, caratteristica tipica dell’ autore, riesce a mescolare il drammatico con il faceto, quasi grottesco, così come succede nella vita, in fondo!

Io posso solo consigliare di leggerlo. 😉

 

Musica: Starway to heaven_ Led Zeppelin