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Aggiornamenti meteorologici: stamattina sul balcone della cucina c’ erano 13°. Non è la prima volta che in agosto il tempo vira verso l’ autunno ( almeno da queste parti), salvo poi sfoderare un settembre limpidissimo e sereno, non appena ricomincerà la scuola.

Anzi, ricercando nel mio blog ho scoperto che persino nel luglio del 2004 si era verificato un analogo abbassamento di temperature….

Dato che quest’ anno salto le vacanze ( ed è il secondo anno consecutivo), la cosa può anche risultarmi del tutto indifferente! 😉

Libri: Sono un po’ in arretrato riguardo all’ indice di gradimento degli ultimi libri letti. Sostanzialmente, limitandomi a questo ultimo anno, metterei in pole position : La porta di Magda Szabò,( che mi è stato suggerito da tt ) per l’ incredibile "leggerezza profonda" della scrittura di questa autrice ungherese a me del tutto sconosciuta! Leggendo la trama, sul retro di copertina, si ha l’ impressione che la storia sia banale, forse un po’ noiosetta. Poche pagine bastano a cancellare qualsiasi dubbio. Un libro straordinario.

Altro capolavoro: Il supplizio del legno di sandalo di Mo Yan. Qui il suggerimento è arrivato da Marassi.

Siamo catapultati nella Cina dei primi del Novecento e il libro è, a tratti, agghiacciante, ma ti tiene incollato a questo mondo ormai scomparso e alle usanze atroci, che, nell’ atmosfera del coinvolgimento, sembrano persino inevitabili. Stupendo. Devo procurarmi altri libri dell’ autore.

Un altro libro gradito è stato Espiazione di Ian Mc Ewan. Non ho mai letto nulla di questo autore, sebbene lo veda disseminato qua e là nelle letture degli "amici". Ha uno stile abbastanza  d’ altri tempi, ma, in questo libro, riesce a far decollare storia e personaggi. Bello! Passo in fretta su Simenon,  L’ uomo di Londra, non perché non meriti, ma  perché è un Simenon all’ altezza dei suoi testi migliori. Detto questo, ho detto tutto.

Letto, poi, Spingendo la notte più in là di Mario Calabresi. Direi un libro onesto, equilibrato, che può aiutare chi non c’era a capire anche il punto di vista delle famiglie delle vittime del terrorismo anni ’70. Colpisce l’ assoluta mancanza di rancore.

Persino al di sopra delle aspettative "Il cacciatore di aquiloni" di Hosseini. Nel senso che non avevo nessuna intenzione di leggerlo, dato che mi ispirava poco. Paventavo quei polpettoni fatti ad uso del cosiddetto grande pubblico . In realtà è un libro che coinvolge ed è ben scritto. E’ piaciuto ( come ho letto) al pubblico degli ombrelloni? Embeh? Questo vasto gradimento deve sempre essere un dato negativo o indice di banalità di un libro? Qua si scivola nello snobismo….Massì, avrà anche un finale holliwoodiano ( che poteva essere evitato), ma rimane un libro che vale la pena di leggere.

Caos calmo di Sandro Veronesi si è rivelato anche lui un buon libro. Insomma, quando un libro ti "tiene" e la sera vai a letto pensando con piacere che hai un tal libro sul comodino che ti attende per un’ oretta, secondo me il testo ha raggiunto il suo scopo.

Passiamo ora alle delusioni : L’ uccello che girava le viti del mondo di Murakami. Uhmmm…in molti punti artefatto e noiosetto. Oltretutto un mattonazzo di 600 e più pagine. Superfluo e non all’ altezza di altri libri dell’ autore.

Le intermittenze della morte di Saramago :pesante e soprattutto poco coinvolgente.

Ed infine ecco due libercoli che promuovo a pieni voti. L’ anno della lepre di Arto Paasilinna. Allora, siamo di fronte al solito finlandese, munito di spirito finlandese e che va capito solo entrando un po’ nell’ umorismo nordico. Sovrabbondano anche qui boschi innevati, silenzi profondi, gente che si sbronza a manetta e la solita vena di umorismo che è un po’ differente dal nostro. Alcuni passaggi, però, sono davvero esilaranti. Non so se dipende dalla oggettiva "tenuta" del libro,  oppure da una mia progressiva assuefazione alla psicologia nordica….;-)

L’ altro ( che ho appena terminato) è Il meglio che possa capitare ad una brioche di Pablo Tusset.

Non è un libro che inserirei nella Lista scolastica, perchè il protagonista ( che peraltro è di una simpatia devastante, alla fine del libro, già ti manca….;-), è, ad essere onesti,  uno sciamannato barcellonese, ricco di suo, che snobba soldi e carriera, per vivere una vita dissipata tra canne, talvolta coca, alcool a fiumi, donne, battone e disquisizioni filosofiche su un Forum del web.

Un personaggino da non imitare, appunto. Quindi da non consigliare.

In realtà, però, è di un umorismo devastante. Non è alta letteratura, no. Però diverte da morire…;-))

La storia vira sul giallo e diciamo che, alla fine,  lo scrittore, che stava strozzandosi con la sua stessa trama,  ne esce un po’ a tentoni. Il finale, secondo me, è la parte più debole del libro, ma si fa dimenticare dal resto.

Ora ho sfogliuzzato Donne d’ Algeri nei loro appartamenti, ma ho già l’ impressione che sia noioso. Penso che mi dedicherò al secondo Husseini " Mille splendidi soli" di cui ho sentito parlare bene, anche se, non lo nascondo, sarei tentata dal secondo di Tusset che è appena uscito " Nel nome del porco"…En nombre del cerdo..che è tutto un programma! 😉