La picola Tanit…

Il titolo del post sembrerebbe tratto da quella letteratura dell’Ottocento che si nutriva di “piccole Dorritt”o “fiammiferaie” che dir si voglia..

Poco prima di Natale, come di consueto, mi sono recata a Ibiza, rientrando, come d’ordinanza il 23 dicembre!
Ma non hai trascorso Natale coi bimbi???” mi chiedevano meravigliate le amiche, pensando, probabilmente, che io sono una nonna strana! 🙂
Il fatto è che in inverno mio marito non si schioda da casa e, dopo che tre anni fa si è beccato un virus che l’ha perseguitato per tre mesi, trasformandosi, alla fine, in herpes zoster, tanto per concludere in bellezza, è rimasto talmente impressionato che, nemmeno sotto tortura uno riuscirebbe a farlo viaggiare su un aereo nella stagione invernale! E vai a dargli torto.
A parte la complicazione che, da quando i chicos si sono di nuovo trasferiti a Ibiza, le compagnie aeree hanno nuovamente cancellato i voli diretti invernali, per cui nel mio ultimo viaggio di dicembre sono partita per Malpensa alle 11.00 da casa mia e sono arrivata nella Isla esattamente alle 22.15 e in casa loro alle 23.00.
12 h…di cui, ovviamente almeno 6 passate bighellonando nell’Aeropuerto del Prat, a Barcelona.
Allucinante! Il marito, se fosse stato presente, sarebbe rientrato col primo volo disponibile… 🙂 🙂
In aggiunta, poi, mi sono trovata seduta di fianco ad una tizia che ha iniziato a tossire non appena decollati e ha smesso all’arrivo…Io ho tentato di passare tutto il viaggio col collo torto verso il finestrino ma, a tratti, sentivo gorgoglii e rumori di sottofondo strani provenire dal passeggero dietro il mio sedile, per cui ero tra due fuochi!
Il marito sarebbe morto!!

Tornando ai bimbi, tutto bene!
Tanit finalmente cammina e trotterella, sbirciando guardinga le mosse del fratello, giusto per evitare che lui la travolga in qualche movimento inconsulto. Questa attività non le riesce difficile, visto che da sempre segue in filo diretto ogni movimento del fratello e in quasi tutte le foto la si vede “pendere” da lui in modo maniacale!! 🙂
Tipico dei secondi?
Mah, io non ricordo questa dipendenza di Micol da Alice, però le mie erano distanziate di un anno e mezzo e forse questo ha influito? Quello che mi ricordo era che la seconda, per molto tempo, è stata “ostaggio” delle chiacchiere precoci della prima che, ovunque e comunque cianciava a raffica, tenendo banco come una petula sia a tavola che in giro, nonostante tutti i nostri tentativi di stopparla, appena possibile!! 🙂
Pensandoci bene, ancora adesso lei si ricorda che la sua maestra Donata la chiamava l'”Avvocato delle cause perse” perché, anche se più piccola di un anno degli altri ( aveva saltato la prima elementare) si intrometteva sempre verbalmente a difesa dei compagni, in qualsiasi situazione si trovasse!! :-).

Tornando alla piccola Tanit, che mi crescerà a distanza come Aidan, ho notato che, come sua madre, non è precoce nel parlare, bofonchia versetti e tiritere prive di senso, ma in mia presenza ha pronunciato UNA PAROLA compiuta, che è stata registrata, perciò ho le prove!! Ha detto chiaramente “PORQUE’ ! :-0 :-0

Suo padre ha commentato” Bueno, me ha tocado una hija filosofa! No dice “mamá” o “papà”, se pone los “porque'” de la vida…ahahah.

In bocca al lupo, piccolina, anche con i tuoi perché, sei una bimba fortunata! 😉

 

E sono 16 anni…

1^ Nov 2019

E sono 16 anni!

Come le rondini a primavera o le nebbie d’autunno, come tutte le cose più prevedibili, ai primi di novembre io rientro tra queste pagine.

La data del compleanno del blog è quella che mi dà la spinta a rifare capolino. Sì, sono un’abitudinaria… 😉

Nell’ultimo post raccontavo delle “avventure” di figlia e nipotino rientrati in Italia da Ibiza per la seconda gravidanza, con l’intenzione di far nascere qui la bimba.

Dato che ormai ho capito che con la figlia minore occorre abituarsi a tutto e al contrario di tutto, restando sempre “appesi” a ciò che potrebbe succedere, diciamo che dopo 6 mesi e rotti a casa nostra, non mi sono molto stupita allorquando, una mattina di aprile dello scorso anno, lei mi ha detto che sì, tutto sommato ci aveva pensato bene e l’idea di far nascere la bimba qui a Como era ottima sotto il punto di vista della comodità, ma che, in questo modo, si escludeva al padre, che nel frattempo era a Barcellona per lavoro, la possibilità di partecipare al parto e questo non era bello…

Detto fatto, nel giro di un paio di settimane abbiamo tentato di risolvere il problema e, alla fine, abbiamo deciso di trasferirci tutti per un mese in una casa-vacanza in quel di  Barcellona per poi, con calma, cercare un appartamentino dove loro avrebbero potuto trasferirsi coi bimbi.

Facendo sempre i conti senza l’oste, ovviamente non avevamo al momento messo a fuoco che

 1) in questo “appartamentino” futuro avremmo dovuto comunque vivere anche io e il marito, almeno per i primi mesi, dato che lì a Barcellona la figlia non poteva contare sull’aiuto di nessun altro.
(E qui sorvoliamo sul livello di adattabilità del “nonno”…:-) già “testato” nei sei mesi precedenti…(vedi post Il fortino di Fort Apache)

2) La ricerca di un appartamento nel mese di Maggio in una zona turistica e di mare sarebbe stata la cosiddetta ricerca dell’ago nel pagliaio, a meno che uno non fosse disposto a pagare anche l’aria che si respira.
Beh, ma in Spagna la vita è meno cara!” mi sentivo ripetere dalle amiche che, avendo forse in mente l’Andalusia o l’ Estremadura, nulla conoscevano evidentemente dei livelli del costo della vita della Catalunyna . Già, non dico paragonabili a Brera o a Porta Ticinese, ma poco ci mancava.
Poi sui Catalani si devono aprire nuove parentesi, ma ci farò post ad hoc.

Il piano strategico si è concretizzato in una mosse-chiave:

* una puntata pasquale velocissima in quel della capitale catalana, dove io, Micol e il bimbo abbiamo percorso “ a tappeto” alcuni quartieri della città, per verificare se erano compatibili con passeggini, carrozzine ecc ecc

Scartate tutte le zone “alte” dove, per inerpicarti verso casa, avresti dovuto fare un corso di alpinismo, quartieri simpatici e ariosi, ma con pendenze impossibili, vedi Sarià; scartato Gracia, che piaceva tanto alla figlia artista, ma che aveva i marciapiedi talmente stretti che sarebbe stato un suicidio passarci coi bimbi; scartate le zone malfamate del barrio gotico o del quartiere chino, insomma siamo finite al  Poblenou e lì è scattato il colpo di fulmine!
Vicinissimo al mare, con casette tipo pescatori, ma anche zone moderne di fabbriche riconvertite tipo  Berlino, ampie piste ciclabili, una rambla in scala ridotta, quindi priva di tutto l’affollamento di studenti e turisti, ma ugualmente pittoresca: insomma, tutto perfetto.
Peccato che la zona, da alcuni anni, è diventata “in” e i prezzi cresciuti in modo esponenziale.

Quindi, fatta una piacevolissima perlustrazione,entrando nei siti di Idealista o Habitaclia, visti i prezzi: adiòs Poblenou ! 

Tornate quindi in Italia ci siamo tuffate sulla seconda parte del piano, ovvero la ricerca della casa vacanza, che avrebbe dovuto fare da campo-base per la ricerca in loco.

Insomma, messo il turbo, il 12 di maggio siamo partiti per Barcellona, con il programma di fermarci là almeno fino a fine settembre.

Inutile dire che io ero esaltatissima all’idea di trascorrere 5 mesi consecutivi in una località di mare, calda, luminosa, tutta da scoprire.
Non sarebbe stata Ibiza, ma pur sempre Espana…OLE’ !

Avevamo tanti di quei bagagli da impallidire!

Arrivati a El Prat abbiamo preso un taxi bianco a furgoncino che, in circa 50’ ci ha portato lungo la costa che da Barcelona punta a Nord.

E fu così che, in una giornata uggiosa e piovosa, che sembrava di essere qui in Brianza, entrammo nel Maresme !

Partenza da Malpensa 12 maggio 2018

AIDAN perlustra i quartieri di Barcellona

 

Il fortino di Fort Apache

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Buongiorno

Come si riprende il filo di un discorso che dura, ormai da 15 anni?

Così, andando avanti!

Mi sono assentata per un lunghissimo periodo, apparentemente senza un motivo , nella realtà “travolta” da una serie di piacevoli eventi.

Riassumiamoli: avevo appena terminato un post di elogio nostalgico alla Isla blanca ( Ibiza), era fine novembre e mi sono vista catapultare in casa la figlia ibizenca che, incinta e preda di nausee urende, in un impeto di nostalgia, acchiappato bimbo e valigia, aveva deciso che il suo antico nido sarebbe stato il migliore dei mondi possibili per passare i mesi di angustia.

Ora, il fatto di barattare Ibiza, il suo MARE , il clima, la sua poesia con l’Alta Brianza di verde ingemmata (cit.), nella fattispecie la frazione dove abito io, che, con tutto il rispetto, è proprio insulsa, parrebbe una follia ( e lo è).

Ma nella Isla lei era sola gran parte del giorno, visto che il marito lavorava e qui, invece, poteva contare sull’appoggio nostro.

Non fa una piega.

E così è stato.

E’ ben vero che nella convivenza non sono mancati momenti “tesi”, soprattutto legati al rapporto nonno/nipotino, che già si erano evidenziati l’anno precedente, durante le vacanze natalizie… 🙂

La casa, per farla breve,nell’arco di poche settimane si è trasformata nel fortino di Fort Apache con livelli di sicurezza da Pentagono.

Ogni spigolo è stato ricoperto, ogni soprammobile ( anche quelli della Fiera paesana) sono stati messi in salvo, manco fossero Capodimonte, i mobili Ikea inossidabili, hanno vissuto momenti di gloria, sentendosi pezzi Luigi XVI, il divano in pelle, acquistato di recente, è stato  reso impermeabile e ricoperto  da cotonazzi lilla, trovati a misura dai cinesi e sono state stabilite regole da gioventù spartana che, ovviamente, si sono subito rivelate inattuabili.

Un esempio per tutte: il bambino terrà i propri giochi in cameretta, onde evitare che la sala diventi un tappeto di macchinine, pupazzi, piste, palline su cui sarebbe stato facile inciampare e rompersi l’osso del collo.

Regola dettata evidentemente dal buonsenso. 

Peccato che il bimbo in cameretta da solo a giocare non ci stava e quindi o si stava là con lui, appollaiate su un letto o, se si voleva rimanere sul divano, si potevano spostare solo libri e pupazzi morbidi.

Già perché, con gran gioia del nonno, il bimbo aveva la tendenza quasi compulsiva a lanciare per aria tutto ciò che aveva per le mani.

Banditi giochi di legno o metallo, che avrebbero potuto trasformarsi in proiettili  o minacce per televisore e vetri, si è arrivati ad un compromesso e solo un Pinocchio di panno lenci e una Peppa Pig morbida hanno avuto accesso al divano!!

Ora, mille di queste situazioni potrebbero essere raccontate, ma avrei dovuto farlo a tempo debito e, nel trambusto, non sono riuscita a scovare un momento di tranquillità per poter scrivere.

Anche perché io sono abituata a guardare i blog la mattina presto, quando la casa tace e non c’è in giro nessuno ( Il marito si alza verso le 9 ).

Uno dei primi giorni, invece, all’”alba” delle 8 meno un quarto, ho sentito aprirsi la porta del corridoio e una figurina pigiamata e riccia si è affacciata timidamente in sala.

Io ho chiesto teatralmente “Chi è?” e una vocetta roca ha risposto “Aidan y mamà!”

Lì ho avuto la netta percezione che il bimbo era uno svegliarino e che avrei dovuto dire  Hasta la vista, blog!”

Che dire? Ubi maior…:-)

LO QUE ME GUSTA DE IBIZA

Sono rientrata dall’ennesima puntata nella Isla Blanca.

I progetti dei due “ibizenchi” ( figlia e yerno) si affastellano alla velocità della luce e, da parte mia, li ascolto, ma fino a quando non li vedrò trasferirsi fisicamente altrove, spero sempre di poterli venire a vedere lì…;-)
Dalla mia ho l’altra figlia, la Venexiana che, degna figlia di sua madre, adora Ibiza e vorrebbe tanto provare la vita isolana e non le riesce da anni.
Ovviamente, anche adesso, ha una serie di freni che non è il caso che io spaparanzi qui en plein air e che rendono un po’ complicato un suo immediato trasferimento.

Però rimane sempre il chiodo fisso!
Ibiza forever…;-)

Da parte mia, che cosa mi piace di questo posto, che possa giustificare l’apertura del cuore, non appena ne vedo profilarsi la sagoma, dal finestrino dell’aereo?

Appartengo alla generazione che aveva 20 anni nel ’68 e a quella apparteneva anche la minoranza di coloro che, tra gli anni ’70 e’80 hanno iniziato a fare i famosi viaggi in India, per ritrovare se stessi… o, più semplicemente si sono trasferiti a Ibiza, come hippies, acquistando a prezzi stracciati le finche bianche dell’interno dell’Isola, sparse come pecore, tra il verde dei mandorli, dei fichi e degli ulivi!

Finche che adesso si vendono a peso d’oro!!

Ma io, sinceramente, non ne ho mai bazzicati, mentre vanto un discreto numero di conoscenti che hanno percorso l’India, tornando devastati dal pollo al curry e con una dozzina di kili in meno!

Questo per dire che Ibiza, fino a quando non vi ho messo piede per la prima volta circa 4 anni fa, per me non rappresentava quasi nulla, se non un vago fastidioso rimando a discoteche, o a viaggi estivi di qualche alunno o conoscente.
Ovviamente il mio primo viaggio è stato da privilegiata, perché il moroso della figlia ha pensato bene di farmi fare un tour mirato, portandomi a vedere tutti gli aspetti più appariscenti e incantevoli.
La puesta del sol” vista dai dirupi di Santa Agnes, dopo una salita da fiatone; l’isola “magica” di Es Vedrà, le calette più spettacolari, quella di Benarrès, in mezzo ai pini, dove ancora qualche hippie suona i bonghi, che credevo evaporati da almeno 40 anni!!! :-).
La salita alla città vecchia ( Dalt Vila) che domina la città e compare su tutte le immagini turistiche de la Isla.
Le viuzze del porto, la Calle de la Virgen, i vicoli intricati de la Peña ( abitata da una comunità di gitani) che il moroso di Micol ci ha fatto percorrere un giorno, scortate da lui e dove non è raccomandabile inoltrarsi da soli!
Lì suo padre buonanima andava la domenica mattina, a farsi insegnare la chitarra flamenca da los gitanes!
E poi l’interno, con la terra di argilla rossa e i muretti a secco e le finche, appunto, in calce bianca e le chiese fortificate, dove gli abitanti si richiudevano per scampare ai pirati!
Ma sono alcuni dettagli che la caratterizzano: è l’unica località che vanta un “monumento al Corsaro” e un monumento agli hippies , il primo per sottolineare le imprese di un corsaro ibizenco, Antonio Riquer Arabì che, nel 1800 con una serie di battaglie, riuscì a difendere l’Isola dai pirati musulmani con l’appoggio della Spagna, alla quale veniva promesso un quinto del bottino e il secondo perché, come ho già detto, l’Isola venne scelta come meta privilegiata dagli hippies degli anni ’60.

E questa atmosfera di libertà la respiri ovunque: a Ibiza puoi scendere per la strada e girare in mutande che nessuno ti presta attenzione, perché lì circolano le persone più improbabili, abbigliate nel modo più strano…e nessuno si volta a guardarle!
Talvolta sono stata tentata di fotografarne qualcuna, ma ho sempre il timore di infrangere quasi un patto segreto, stipulato tra la Isla e chi la frequenta! 😉

Questi, diciamo in corsa, i motivi oggettivi…
Ma decisamente più forti quelli affettivi!
Lì ho raggiunto la figlia dopo le sue peripezie nel nord-Europa, lì ho passato momenti di un’emozione incredibile, la notte in cui è nato Aidan, nell’Ospedale nuovo di pacca, inaugurato la mattina stessa, con medici e infermiere che giravano con la piantina in mano ( come ho ricordato più volte) e io e il marito che, nel cuore della notte, abbiamo rischiato di perderci nei meandri delle corsie vuote! 😉

Lì sono andata a spasso col piccolo per Figureretes, mi sono fermata con lui da Harinus a prendere il cortado col croissant…
Insomma, Ibiza, per me è uno scrigno di ricordi.

E questa volta, che potrebbe essere l’ultima…(e io e l’altra figlia, a questo punto, aggiungiamo un accorato SIGH !) ho portato il bimbo in Plaza del Parque a prendere una tostada con tomate.
Lui si è seduto composto, come un piccolo Lord e, un secondo dopo ha puntato un cameriere che usciva con vassoio pieno di ordinazioni e si è messo a strillare “Señor, señor…SIGNOREEEE !!!” e io a zittirlo!”

Eccolo qui!!! 😉

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Da Ovest a Est: questa volta Venezia!

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E così alla fine siamo riusciti a organizzare un weekend a Venezia, per andare a trovare la figlia maggiore, detta la Venexiana, che, essendo là sui canali da circa un anno e mezzo e non avendoci mai visti capitare a casa sua,avrebbe potuto farsi strane idee… 😉.

Oddio, lei è la maggiore e non ha mai sofferto la presenza della sorellina, di un anno e mezzo minore di lei perché, fin dal primo giorno in cui io sono rientrata dall’Ospedale con la neonata, lei ha preso possesso dei suoi diritti di territorialitàe, se vogliamo, ha soggiogato la piccola.
Diciamo che è stata aiutata in questo dal fatto di parlare, a 2 anni, come una bimba di 5 o 6, con una proprietà, e soprattutto una velocità nell’esprimere qualsiasi cosa, da tener banco a tavola o in qualsiasi situazione.
Ovviamente il fatto che lei impazzasse con le sue chiacchiere, occupando tutto lo spazio, ha fatto sì, piuttosto,  che la “piccola” rimanesse più in silenzio del dovuto, nonostante i nostri quotidiani tentativi di sollecitarla e, soprattutto, di ZITTIRE la maggiore!! 🙂

Insomma, il marito stavolta si è convinto che era ora di andare in Laguna, e, messo da parte il suo timore della botta di umidità, visto che il tempo prometteva bello, si è spinto ad “avventurarsi” ( col treno, visto che poi là la macchina è solo un ingombro!)

All’andata avevo di fianco due cinesine che hanno parlato ininterrottamente e, sebbene io cercassi di cogliere qualche rara parola, devo confermare che, dopo 5 anni di studio ( scarso) del Cinese, non capisco una cicca bucata! :-0

Non vedevo Venezia dai tempi delle gite scolastiche per le Mostre a Palazzo Grassi, dove, puntualmente, si litigava con qualche custode per qualsivoglia ragione, per cui questa volta l’ho visitata in totale relax.
Impossibile rendere l’idea della fiumana di turisti che ci ha investito nella Strada Nuova…

In realtà avevo rassicurato la figlia che non avrei voluto mettere piede né in Piazza San Marco, né, tantomeno, in quei budelli che dalla stessa si diramano.
Avevo già dato con gli studenti in periodi meno di calca e mi erano sembrati un delirio…
Ma la figlia abita in una di quelle stradine laterali alla famigerata Strada Nuova, per cui, per andare a casa sua, ti devi sciroppare un bel tratto di calca tipo cemento, da fendere.

L’appartamentino è simpatico e carino; ovviamente le manca la presenza di un terrazzino, che qui è merce rara.
Ma è in centro ed esattamente di fronte all’Hotel dove lavora. La separa solo il Canal Grande, per cui in inverno, con una fermata di battello, lei in 5’ è a casa.
Quando il tempo è bello, invece, va a piedi.

Sì, in sostanza in un quarto d’ora, 20 minuti sono là. Devo solo fare due ponti…perché non c’è un ponte diretto…” ci aveva annunciato al telefono,

Inutile dire che, camminando senza sosta, a me è sembrato di arrivare a Pordenone a piedi…
Il percorso è stato molto pittoresco: pezzo di Strada Nuova ( quella non te la scampi), fiume in piena di turisti in senso contrario ( arrivavano dalla stazione); Ponte delle Guglie ( e vai su e giù dai gradini…); altro tocco di strada , una o due piazze ( oppss…Campi), mi sembra Geremia o altro. Poi il grande Ponte degli Scalzi che sorpassa il Canal Grande e, dall’altra parte una miriade di stradine, slarghi con piante e musicisti da strada…
Insomma, diciamocelo, non sia arrivava mai all’Hotel!! 🙂

Alla fine, in un vicoletto, eccolo.
Il suo giardino dà direttamente sul Gran Canàl, come lo chiamano i proprietari orientali e, entrando nella piccola hall, si comincia a respirare il Lusso!!! 🙂 🙂
Marmi, onici, specchi, dorature, fronzoli del barocco veneziano, lampadari ovviamente di Murano e fiori freschi in composizione e delle fragranze che ti arrivano discrete alle narici.

Insomma, non mi dilungo.
La figlia era nel suo giorno libero e ci ha portato a vedere due suites del piano nobile
Mentre salivamo, una coppia straniera, dall’aria vippissima, scendendo le scale, l’ha salutata con sorrisi americani a trentatré denti, ripetendo che tutto era stato perfect, wonderful…

Il marito, quando siamo rimasti da soli per un attimo, mi ha annunciato che lui, in una camera così, non ci dormirebbe nemmeno se gliela pagasse qualcun altro…
Che quegli onici, quegli stucchi, quei tendaggi gli ricordavano tanto qualcosa di lugubre. 🙂 🙂 🙂
E’ chiaro che, essendo un antico palazzo veneziano, il restauro ha dovuto rispettare i criteri imposti.

Io ho sbirciato su Booking le camere del Gritti e di altri 5 stelle lusso e il giro di valzer è sempre quello: stucchi, barocco, velluti, onici!

Ma tanto noi non ci andremo mai, per cui, problema risolto!!

Indimenticabile la prima cena. Ci siamo indirizzati in Cannaregio, fuori dai locali turistici e abbiamo trovato ”llTimon a la Vecchia mola”, dove ci hanno servito del pesce straordinario.

E poi, la mattina della domenica, sperimentati i “cicchetti” in un bàcaro sempre in Cannaregio.

Avevamo tentato la sera del sabato, ma il marciapiede davanti ai localini era strapieno di giovani , tutti col loro bicchiere in mano, in piedi, a tirar notte.
Impossibile fermarsi.
Alice ha notato che sono rientrati, evidentemente, gli studenti fuorisede che hanno ripreso possesso dei loro territori, per cui tra i turisti nelle zone predestinate e gli studenti e i pochi veneziani scampati, nei quartieri più ruspanti, praticamente è un delirio.
Bellissimo, ma sempre un delirio!! 🙂

Un paio di cose curiose, che hanno fatto inorridire mio marito: un DESPAR collocato allegramente in un antico teatro che era chiuso da anni.
File di Yogurt e salami campeggiano in mezzo a proscenio e affreschi…..

Un grande e moderno Centro commerciale ricavato dentro un antico palazzo delle Poste: questo, diciamo che è meno stridente, perché i prodotti in mostra sono di lusso: profumi, vetri, biscotteria fine..

Ok, dopo innumerevoli puntate nella Isla, a trovare l’altra figlia, la “Ibizenca”, abbiamo lanciato un occhio anche su Venezia, prima che lei decida di togliere le tende, visto che nonostante la città, e soprattutto il suo quartierino, le piacciano molto, non è detto che ci resti ancora a lungo…
Anche questa volta, nei suoi cambi, interviene la presenza del moroso di turno, che questa volta è a 2 ore e mezzo di treno!
Insomma, ho due figlie itineranti che, in realtà, fanno quello che avrei voluto fare io alla loro età!! 🙂 🙂 🙂

 

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E così non ho visto Palma…;-)

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Sono arrivata sotto un diluvio pressoché universale. L’aereo , atterrando, praticamente planava sulle acque.
Non riuscivo a trovare la Sortida, peggio che all’aeropuerto di Barcelona, quando, in inverno, mi toccava fare la “mossa del cavallo” per raggiungere Ibiza.
In effetti ho trovato molte similitudini con El Prat, se non altro per le dimensioni.

Fuori un grigiume orrendo e una serie di palme battute da pioggia e vento.

Avevo prenotato una camera nel quartierino cool dove si erano piazzati figlia e genero, per poter essere vicina a loro. Wikipedia lo definiva la Soho di Palma, ovvero la folkloristica e vivace Santa Catalina.
Io, a dire il vero, prima di sbirciare gli innumerevoli pub, localini, angolini etnici e libanesi che pullulavano per ogni dove, avevo immediatamente messo a fuoco, non appena individuata la casa, le quattro rampe di scalini ripidissimi, che sembravano condurre in cielo, su per i quali avrei dovuto trascinare il mio trolley.
Praticamente The way for the Heaven.
Da sola, perché mio genero era impegolato per lavoro al Salón Nautico e mia figlia, con il Nene e il passeggino non mi sarebbe stata di nessun aiuto.

Quei gradini mi fecero venire in mente, al volo, quelli della casa di mia nonna, nello storico quartiere del Caffaggio, a Carrara, dove sono nata e ho vissuto fino ai tre anni.
Gradini che mia nonna Ginevra percorreva di corsa, all’età di 70/ 75 anni.
Donne d’altri tempi, pensavo, mentre, abbarbicata al corrimano come un viluppo, trascinavo il mio trolley, con la voglia di inginocchiarmi ad ogni gradino, sperando che nessuno scendesse, scoprendomi in quella scena penosa…;-)

La cameretta era un buco minuscolo, che conteneva a malapena il letto e lo standing per appendere i vestiti. L’avevo prenotata su airbnb e qualche dubbio mi era venuto, visto che le foto erano tutte di sbieco e inquadravano dettagli.
Nessuna l’insieme.
Ma andava bene così, vista l’intenzione di stare in camera il minor tempo possibile.

Infatti, salutata la gentilissima padrona di casa , bypassati i due gatti che tentavano invano di infilarsi sotto il letto, avevo raggiunto la figlia che, sotto un cielo grigissimo, si preparava a mostrarmi il Casco antico della Ciudad.

Da quando avevano deciso di trasferirsi, il prima possibile a Palma, lei non aveva fatto altro che decantarmi la città, magnificandomi il centro, enorme, tutto pedonale…e gli aggettivi di sprecavano.
In effetti, ad una prima occhiata, mi sono resa subito conto che il centro, il famoso Casco antico, si presentava, nonostante la pioggerella, molto variegato: stradine strette, piene di negozietti artigianali, che si aprivano in piazzette, occupate da bar, tavolini e piante, tante piante e poi risalivano in vicoletti, scalinate, e su nel cielo aperto e poi ancor più in alto.
Il tutto rigorosamente pedonale.

Il nostro tour è stato a volo d’uccello e io mi ero ripromessa di tornarci nei giorni successivi e magari col bel tempo!!
Pia illusione.

Non avevo fatto i conti con le strategie della figlia che, approfittando giustamente della mia presenza, aveva pianificato di battere metro a metro tutti i quartieri fuori dal Centro, per verificare se fossero minimamente appetibili, visto che non ci si può certo fidare di ciò che inventano le recensioni degli appartamenti…

È così dalla mattina successiva è iniziata la nostra perlustrazione, che ci ha portate a percorrere km e km di quartieri cosiddetti residenziali, tra palazzi, strade trafficate, sole, caldo e vai di scarpinate, su e giù in modo compulsivo!

Il primo giorno abbiamo battuto tutto l’anello periferico al di là di una specie di tangenziale, ritrovandoci in posti che nemmeno i quartieri periferici di Milano…
Micol si faceva fotografare col pollice verso e via altrove, più veloci del vento!
Io ho creato un album, con le foto scattate e l’ ho intitolato “Gli orrori di Palma“.
E ho detto tutto!!! 🙂

Il secondo giorno abbiamo cambiato direzione e siamo passati dalle colline periferiche al mare.
Nel senso che i 10 km ce li siamo macinati su uno stradone, parzialmente vista mare e molto vista traffico, dato che era l’unica strada che conduce a Cala Major…
Avremmo potuto prendere il bus, ma volevamo renderci conto in modo più diretto della difficoltà di certe zone e devo dire che il compito è stato assolto egregiamente…

Alle 16.00 faceva un caldo africano e MICOL era talmente stracca che siamo rientrate in bus, col bimbo stravaccato sul suo passeggino…
Due matte da legare!!

Poi, a completare l’opera, una serie di imprevisti, tipo accorgersi che il marito, al mattino, era filato al Salone nautico, portandosi dietro inavvertitamente le chiavi , per cui eravamo sfrattate e distrutte dalla fatica…
Unico “rifugio” il mio stanzino, raggiungibile solo con il tramite delle famose rampe di scale ripidissime, da fare col bimbo, il passeggino, le borse e il quarto di pollo arrosto con patatine, che ammorbava tutto l’androne e che avevamo acchiappato al volo, per placare Aidan che dava evidenti segni di carestia!

La salita è stato un delirio, la discesa peggio, perché il bimbo non voleva darmi la mano; io temevo che scivolasse ma, fatti tre gradini, mi sono venute le vertigini: la figlia stava scendendo con borse, borsoni e sulla spalla il passeggino….
Nel frattempo Aidan si era inchiodato, piangendo e urlando…
E io paralizzata sulle scale…

Scene da manicomio.
MICOL ha mollato tutto, e ha portato il bimbo in strada.
Io sono scesa ad occhi chiusi e ho riagguantato il cherubino, che sfoderava un canarozzo sempre più potente, mentre nella via cool, giovani sfaccendati, spaparanzati nelle loro sedie, trangugiavano aperitivi e tapas di ogni sorta…
Signori, l’ Inferno è servito!!!!

Morale: molto probabilmente Palma è bellissima, peccato che io non l’abbia vista!!! 🙂 🙂 🙂

 

 

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E per la prima volta… Palma de Mallorca !!

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Passata la Pasqua, mi stavo pregustando questo breve intervallo tra un viaggio e l’altro, tutta fiera di aver già prenotato tre giorni a Ibiza a fine maggio, per il “saluto alla Isla”.

Sì, perché se davvero i ragazzi sono (come diceva mia suocera siciliana, con un’espressione efficacissima)”con l’anca issata” all’idea di trasferirsi a Palma de Mallorca, difficilmente avrei avuto ulteriori occasioni per recarmi a Ibiza.
E sarebbe il ventesimo viaggio verso la Isla Blanca…Sì, 20, li ho contati, ripassando, nel ricordo, tutte le mie “puntate”.
Non nascondo, anche con un po’ di commozione, soprattutto  a certi ricordi.
Ma, quando avverrà davvero il viaggio del “saluto”, ne riparlerò con dovizia di particolari!! 🙂

Dicevo, stavo pregustando il mio viaggetto, quando, la scorsa settimana mi arriva una telefonata della figlia.
Senti, INVECE di venire a Ibiza a fine maggio, perché non vieni anche tu a PALMA adesso, a fine aprile?”
“INVECE mi sembra poco appropriato, visto che avrei già anche i biglietti…..!”
Sì, ok, volevo dire, perché non vieni ANCHE a Palma, che non l’hai mai vista?”

Effettivamente loro avevano da tempo in progetto questo viaggio, perché oggi si apre il Salone Nautico, lì, nell’Isola Madre delle Baleari e mio genero deve parteciparvi per lavoro.
Ovviamente lui sarà occupato tutto il giorno, per cui lei e il bimbo ciondoleranno da soli. Il bimbo, di questi tempi, è particolarmente “vispo”:
La tìa Alice ( la figlia maggiore) mi ha detto che in Inghilterra l’età di Aidan viene chiamata “the terrible two”.
Lui si attiene perfettamente all’etichetta. 🙂

Insomma, come si sarà già capito, sono sul piede di partenza.

Questa mattina filo a Palma di Maiorca per la prima volta e non nego che sono molto curiosa di vederla.
Mi fermerò per pochi giorni e, tramite il sito di Airb&b, ho scovato una stanzina in pieno centro, vicina a quella dei ragazzi.

La affitta una certa Carolina, che vive lì col suo gatto e non so quanti altri inquilini abbia….Speriamo che non ci sia baldoria!
Dalle foto sembra graziosa, probabilmente minuscola, ma, quando non c’è mio marito, che soffre di claustrofobia, io dormo anche in un ripostiglio!! 🙂
Avrò modo di riaggiornare da là!

Ah, dimenticavo…ovviamente il tempo è bifido e il termometro è sceso di brutto anche là! 😦

Hasta luego!

 

 

 

Pasqua con chi vuoi….(cioè telematica, diciamocelo!)

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Tra una storia e l’altra, ormai sono passati quasi due mesi e mezzo!
E’ inutile iniziare le solite geremiadi, fingendo stupore…Sì, praticamente non scrivo da un pezzo e, come sempre, non me lo spiego, visto che gli argomenti non mancherebbero.

Ma passiamo oltre!
Pasqua con chi vuoi” è un po’ una bella presa in giro, perché quelli con cui vorrei passare la Pasqua non sono qui, a parte il consorte, ovvio!!! 🙂
La figlia maggiore, la Veneziana, naturalmente lavora, sia a Pasqua che a Pasquetta.
Evidente che se tu lavori nel Turismo e vivi a Venezia la chance di poter tornare a casa è proprio debole e nemmeno l’aveva sfiorata.
Quest’anno il suo compleanno cade proprio il giorno di Pasqua, ma sono ormai anni che qui da noi le date sono un optional, quindi, nessun problema!
Anche il moroso (?) è stato invitato a passare la Pasqua con i suoi, visto che lei sarà impegnata a risolvere problemi, elargire sorrisi, infiocchettare il soggiorno sul Grand Canal ( come lo chiamano loro) a Mr Jones, Madame Dubois, Herr Schwartz und Frau;  per non parlare dei taiwanesi, cinesi, giapponesi, americani ecc ecc ecc che pullulano Venezia in tutte le stagioni, ma, “in modo particolare” a Pasqua, periodo formidabile per le cosiddette città d’arte!!!!
L’altra figlia, invece, sarà nella Isla, visto che è stata qui da noi col bimbo per tre settimane ed è ripartita circa quindici giorni fa!
Mi attendono auguri telematici, dunque..

A proposito, ormai il Bimbo mi riconosce sul cell. Vede la mia foto sulla pagina di wattsapp, clicca due volte e parte la telefonata.
Io penso che sia mia figlia “Pronto, pronto…” di là il silenzio…Poi capto dei rumori in sottofondo, la chiamo e vengo investita da un urlo ”  ‘A NONNAAAAA !!!!” che si ripete ad ogni mio tentativo di parlare…
Già, il bimbo ormai mastica qualche parolina ( poche): il papà gli parla in spagnolo, la mamma in italiano, l’altra nonna in francese….ma lui, quando mi vede, sfodera un accento degno di Tor Bella Monaca ” ‘A NONNAAAA!!!!!!! ahahahah

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Matrimoni per amore/…/ne ho visti di ogni tipo/ di gente di ogni sorta…:-)

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Stavolta sono sull’aereo e sto tornando….

Tutto è filato via liscio come l’olio e anche il tempo è stato clemente, almeno il giorno del matrimonio.
Bella forza, siamo a Ibiza, mica in Brianza!!!

Errore! A casa mia faceva un freddo becco, ma questa settimana c’è stato sempre sole.
Qui, invece, abbiamo avuto di tutto in questi 5 giorni.
È mancata giusto la neve, che ha però sommerso mezza Spagna, arrivando copiosissima anche in località normalmente secche dell’Andalusia, come Alicante e Malaga!

Guardando il Canale 24, nel Residence, vedevo scene apocalittiche da Polo Nord, ma nulla di così catastrofico come quello che è successo, purtroppo, nel nostro Abruzzo!!!

Sì, anche lì strade bloccate e gente rimasta intrappolata al gelo in macchina di notte per 12 ore, senza acqua, né coperte, né soccorsi….
Risparmio gli insulti che durante le interviste di rito venivano rivolte ai soccorsi mancati, al govierno…, ma non mi pare di aver sentito parlare di vittime.
E loro non hanno zone sismiche, por suerte…

Ritornando allo scopo del mio viaggio, data l’assenza del marito influenzato, mi sono ritrovata da sola in un Residence molto confortevole come spazi.
60 mq molto razionali.

Micol, appena l’ha visto, ha deciso che a Palma, per i primi tempi, cercherà qualcosa di simile…
Caspita, se messi bene, sessanta mq sono più che sufficienti per ospitare anche qualcuno sul divano della sala!!!
Vero.
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Il giorno successivo è arrivata Alice, la sorella, che ha dovuto sorbirsi il doppio volo.
Naturalmente la lunga sosta a Barcellona le è servita per fare incursioni da Calzedonia e Desigual, per comprarsi il vestito per il matrimonio!!!
Io avevo fatto un salto al Centro commerciale qualche giorno prima, rimediando un saldo….
Lei mi ha battuta sul tempo: il giorno prima del matrimonio.

La sposa e lo sposo, da parte loro, credo …..che si siano distinti.
Entrambi hanno utilizzato la stessa “mise” che avevano sfoggiato a Natale a casa di mia cognata!! 😂😂😂
Anzi, poiché la giornata era iniziata con un vento freddo e una pioggerellina polverizzata quanto noiosa, Micol mi aveva chiesto in prestito un golf che mi faceva da scorta e la sorella si era impossessata del mio cappello di velluto nero con fiore, visto che io ne avevo provvidenzialmente portati due!!!!
Insomma, degli outfit originali

La Sala Consigliare era quella di Dalt Vila, cioè della Città alta, quella sulla Rocca murata, che domina Ibiza.
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Al mattino io e Alice ci siamo infilate nel bar-pasticceria Harinus, simbolo di Ibiza, che avevo anche immortalato lo scorso anno proprio qui nel blog. per fare colazione abbondante:
Non sia mai che poi le cose vadano per il lungo e mi venga il buco nello stomaco, che poi, magari non ho la forza di firmare e invalido il matrimonio!!!” delirava Alice, che faceva da testimone alla sorella.
Ma…. tra l’altro, non abbiamo il riso!!!
Oh mamma, pensi che sia ammesso anche in Comune? E si userà qui in Spagna? Non è che poi ci cacciano?
Sì, ma, a parte il riso….ma nemmeno un mazzolino di fiori, un piccolo bouquet, che poi lei dovrà lanciare….a te, OVVIAMENTE!!!
Ma daiiii…nemmeno per sogno, ci sono solo io, che senso ha….? Bella forza!! 🙂 🙂 :-)!!”
Insomma, alla fine, guarda il caso, ci siamo imbattute in un fiorista aperto, proprio sulla strada.

E anche lì, da morire…
Disculpe, querríamos algo de flores, que mi hermana se casa…!
Cuando?” domanda allarmato il fiorista, sbirciando la nostra mise e i cappelli in testa….
Entre una hora…

Alla fine gli abbiamo spiegato il tutto e abbiamo scelto un mazzolino di campanule viola (colore preferito di Micol) cui lui ha aggiunto velocemente delle rose bianche…
Ahahaha, non voglio nemmeno sapere se il viola è “bandito” dai bouquet…
Del resto, una che sceglie di sposarsi il 17, 01 del 17 alla cabala non deve farci molto caso!!! 🙂 🙂 🙂
Il fiorista ci ha fatto gli auguri per il matrimonio, concludendo con un “...aunque sea INFORMAL…”
Ci siamo fatti riconoscere anche da lui!!! 😉 😉 😉

Ci siamo incamminati tra gradini e ciottoli, coi piumini e i cappucci sollevati: il passeggino incagliava nella salita e, alla fine, il Nene è stato preso in spalletta dal Papy e troneggiava fiero, dall’alto sul gruppetto.
Eravamo in 5. Sei col bimbo!! 😁

Io fotografavo il gruppo e tra me e me ridevo…

Quando siamo arrivati, Sindaco e Segretaria hanno timidamente azzardato “ Dobbiamo aspettare qualcun altro….?” 😀

E’ poi iniziata la Cerimonia.
Il bimbo sedeva con loro, ma poi è stato provvidenzialmente recuperato dall’altra nonna, mentre io e Alice tentavamo di fare un filmino col cell..
Il sindaco ha letto bofonchiando sorridente alcuni articoli del Codigo espanol, chiedendo se erano venuti lì spontaneamente ecc ecc.
Alla risposta “sì” di entrambi ha chiesto se volevano scambiare gli anelli.
Lo “sposo” ha detto che al momento non li avevano…e il Sindaco, velocemente, ha commentato “Perfecto, perfecto!” e ha proseguito imperterrito.
( “perfecto” dde ché….ahahahahah!!).

E così li ha dichiarati “casadi”!
Poi hanno dovuto fare una foto con lui e la segretaria, “para l’Archivo”, con dietro la sfilza di bandiere giallo-rosse…

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Nota incredibile: io, che mi commuovo anche quando alle Olimpiadi sale la bandiera….o quando ai Mondiali danno la Coppa all’Italia, io, che ai matrimoni di chicchessia piango come una fontana e che avevo come problema quello di non devastarmi a quello delle mie figlie…..non ho versato una lacrima, ma ho riso tanto.
E ho anche capito che cosa non mi ha fatto scattare la “fontana”.

Mancava la musica.

E’ proprio quella che mi aziona la reazione: tipo jukebox, insomma…
Se fosse partito un pezzo qualsiasi qualcuna delle loro bands preferite, o,diomenescampi qualche pezzo gitano, suonato da Paco de Lucia, il chitarrista amato dal novio e che sarebbe stato anche particolarmente “in tema”, visto che lì, sotto la Rocca dove eravamo, vive ancora una delle più antiche comunità di gitani, lì, nel quartiere della Peña, arroccato sotto di noi, dove il padre dello sposo, Juan Antonio, detto Juanàn, da giovane, andava a farsi insegnare la chitarra dagli zingari…

Se fosse partito un accordo, sottolineo, mi sarei sciolta in modo indegno!!! 🙂 🙂 🙂

E infine siamo usciti e, sotto un bellissimo sole splendente, abbiamo fatto le foto dalla rocca!!

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E’ stato anche lanciato il bouquet…che, per un pelo, non è volato dal parapetto, nelle azzurre onde del Mediterraneo!! 🙂
Alice lo ha raccattato lesta! 🙂

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Poi, allegro gruppetto, ci siamo indirizzati al mare, in Figueretes, per il pranzo.
Lo sposo si è spazzolato una “parillada di carne” grigliata.

( Ma dopo Berlino , come ha potuto diventare vegano..per un anno e passa….??? Ahahahahah)
Da parte mia una paella di pescado.

E la torta di nozze?
Non c’era, ovviamente e chi aveva avuto il tempo?
E così, con una porzione di Greixonera, torta tipica di Ibiza e un bicchierino di Hierbas ibizencas abbiamo concluso la splendida giornata, tra risate e viento del mar!

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Matrimonio en la Isla Blanca…

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Come mio solito, mi ritrovo a scrivere in un aeroporto, come al solito in anticipo feroce rispetto all’imbarco…;-)

Bene, almeno così potrò “aggiornare” gli eventi.

Vado a Ibiza, esattamente nove giorni dopo il rientro dei ragazzi e del nieto, perché dopodomani figlia e moroso …SI SPOSANO!! 😉

Dunque, finora non ne avevo parlato, non certo per “discrezione” genitoriale, bensì per il fatto che l’ho saputo un mese fa!!!
Anche loro, a dire il vero….;-)

Diciamo che i documenti al Consolato di Barcellona sono stati presentati almeno un anno fa, ma risposte non ne arrivavano, per cui si restava in paziente attesa e “quasi” ce ne stavamo dimenticando…
Ogni tot la figlia si intrufolava nell’Ufficio del vice console italiano de la Isla per avere “nuove”.
Ma non si batteva chiodo.
Il giorno prima della loro partenza per l’Italia a dicembre, finalmente la notizia.
Tutto fatto: potevano decidere la data.
Hanno scelto il 17-01-17 …che per la cabala non so se sia il massimo, con tutti quei “diciassette” in pole position, ma sarà senz’altro di buon auspicio,
Ne ho la certezza.
È vero che il meteo, che fino a oggi si attesta sui 16* di massima, pare che scenda a 7* giusto martedì, con l’accompagnamento di una brezza, suppongo gelida, segnalata da tre garrule tacche sulla manica a vento…..e giusto perché la figlia ha lasciato a casa mia, in Italia, il suo piumino invernale, dietro sollecito del moroso:
Á qué te sirve ..en la Isla??”
A che le sirve?????? Staremo a vedere..;-) 😉 😉

La cabala ( o il caso) ha anche fatto sì che mio marito non sia potuto partire…. 😦

Già, inaspettatamente il virus che lo aveva perseguitato durante le vacanze si è riattivato, con tracheite, tosse e anche febbre, per cui, alla fine, ha deciso che non voleva correre rischi e ha preferito rimanere a casa!

Inizialmente mi è venuto un gran magone e non volevo lasciarlo a casa da solo, anche perché lo vedevo coi brividi, in pieno malessere…
Ma ieri, dopo l’antibiotico, la febbre è scesa e lui mi ha spinto ad andare senza alcun dubbio.
Certo, devo dire che quella di martedì sarà una “cerimonia” mooolto mooolto informale. Più che altro una formalità burocratica: due firme e via !!

Infatti hanno deciso di velocizzare il tutto anche per togliere la figlia dal ruolo di “fantasma”.
Mi spiego: lei lì su la Isla è quasi invisibile, nel senso che ha un numero di identificazione che le rinnovano ogni tot…ma non può avere la residenza, perciò non può usufruire della Sanità pubblica, non può aprire un Conto in Banca ecc ecc

Si può pertanto capire la celerità con cui hanno organizzato questa formalizzazione…

Poi organizzeranno una fiesta, cui saranno invitati gli amici che saranno in grado di raggiungere l’Isola, più avanti, non si sa ancora quando, ma più avanti!….;-)
E dunque eccomi qua, a Linate, insieme alla solita “fauna” che staziona sempre in inverno, sotto il cartello IBIZA, che è sempre tutta un programma….;-)