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E così alla fine siamo riusciti a organizzare un weekend a Venezia, per andare a trovare la figlia maggiore, detta la Venexiana, che, essendo là sui canali da circa un anno e mezzo e non avendoci mai visti capitare a casa sua,avrebbe potuto farsi strane idee… 😉.
Oddio, lei è la maggiore e non ha mai sofferto la presenza della sorellina, di un anno e mezzo minore di lei perché, fin dal primo giorno in cui io sono rientrata dall’Ospedale con la neonata, lei ha preso possesso dei suoi diritti di territorialitàe, se vogliamo, ha soggiogato la piccola.
Diciamo che è stata aiutata in questo dal fatto di parlare, a 2 anni, come una bimba di 5 o 6, con una proprietà, e soprattutto una velocità nell’esprimere qualsiasi cosa, da tener banco a tavola o in qualsiasi situazione.
Ovviamente il fatto che lei impazzasse con le sue chiacchiere, occupando tutto lo spazio, ha fatto sì, piuttosto, che la “piccola” rimanesse più in silenzio del dovuto, nonostante i nostri quotidiani tentativi di sollecitarla e, soprattutto, di ZITTIRE la maggiore!! 🙂
Insomma, il marito stavolta si è convinto che era ora di andare in Laguna, e, messo da parte il suo timore della botta di umidità, visto che il tempo prometteva bello, si è spinto ad “avventurarsi” ( col treno, visto che poi là la macchina è solo un ingombro!)
All’andata avevo di fianco due cinesine che hanno parlato ininterrottamente e, sebbene io cercassi di cogliere qualche rara parola, devo confermare che, dopo 5 anni di studio ( scarso) del Cinese, non capisco una cicca bucata! :-0
Non vedevo Venezia dai tempi delle gite scolastiche per le Mostre a Palazzo Grassi, dove, puntualmente, si litigava con qualche custode per qualsivoglia ragione, per cui questa volta l’ho visitata in totale relax.
Impossibile rendere l’idea della fiumana di turisti che ci ha investito nella Strada Nuova…
In realtà avevo rassicurato la figlia che non avrei voluto mettere piede né in Piazza San Marco, né, tantomeno, in quei budelli che dalla stessa si diramano.
Avevo già dato con gli studenti in periodi meno di calca e mi erano sembrati un delirio…
Ma la figlia abita in una di quelle stradine laterali alla famigerata Strada Nuova, per cui, per andare a casa sua, ti devi sciroppare un bel tratto di calca tipo cemento, da fendere.
L’appartamentino è simpatico e carino; ovviamente le manca la presenza di un terrazzino, che qui è merce rara.
Ma è in centro ed esattamente di fronte all’Hotel dove lavora. La separa solo il Canal Grande, per cui in inverno, con una fermata di battello, lei in 5’ è a casa.
Quando il tempo è bello, invece, va a piedi.
“Sì, in sostanza in un quarto d’ora, 20 minuti sono là. Devo solo fare due ponti…perché non c’è un ponte diretto…” ci aveva annunciato al telefono,
Inutile dire che, camminando senza sosta, a me è sembrato di arrivare a Pordenone a piedi…
Il percorso è stato molto pittoresco: pezzo di Strada Nuova ( quella non te la scampi), fiume in piena di turisti in senso contrario ( arrivavano dalla stazione); Ponte delle Guglie ( e vai su e giù dai gradini…); altro tocco di strada , una o due piazze ( oppss…Campi), mi sembra Geremia o altro. Poi il grande Ponte degli Scalzi che sorpassa il Canal Grande e, dall’altra parte una miriade di stradine, slarghi con piante e musicisti da strada…
Insomma, diciamocelo, non sia arrivava mai all’Hotel!! 🙂
Alla fine, in un vicoletto, eccolo.
Il suo giardino dà direttamente sul Gran Canàl, come lo chiamano i proprietari orientali e, entrando nella piccola hall, si comincia a respirare il Lusso!!! 🙂 🙂
Marmi, onici, specchi, dorature, fronzoli del barocco veneziano, lampadari ovviamente di Murano e fiori freschi in composizione e delle fragranze che ti arrivano discrete alle narici.
Insomma, non mi dilungo.
La figlia era nel suo giorno libero e ci ha portato a vedere due suites del piano nobile…
Mentre salivamo, una coppia straniera, dall’aria vippissima, scendendo le scale, l’ha salutata con sorrisi americani a trentatré denti, ripetendo che tutto era stato perfect, wonderful…
Il marito, quando siamo rimasti da soli per un attimo, mi ha annunciato che lui, in una camera così, non ci dormirebbe nemmeno se gliela pagasse qualcun altro…
Che quegli onici, quegli stucchi, quei tendaggi gli ricordavano tanto qualcosa di lugubre. 🙂 🙂 🙂
E’ chiaro che, essendo un antico palazzo veneziano, il restauro ha dovuto rispettare i criteri imposti.
Io ho sbirciato su Booking le camere del Gritti e di altri 5 stelle lusso e il giro di valzer è sempre quello: stucchi, barocco, velluti, onici!
Ma tanto noi non ci andremo mai, per cui, problema risolto!!
Indimenticabile la prima cena. Ci siamo indirizzati in Cannaregio, fuori dai locali turistici e abbiamo trovato ”llTimon a la Vecchia mola”, dove ci hanno servito del pesce straordinario.
E poi, la mattina della domenica, sperimentati i “cicchetti” in un bàcaro sempre in Cannaregio.
Avevamo tentato la sera del sabato, ma il marciapiede davanti ai localini era strapieno di giovani , tutti col loro bicchiere in mano, in piedi, a tirar notte.
Impossibile fermarsi.
Alice ha notato che sono rientrati, evidentemente, gli studenti fuorisede che hanno ripreso possesso dei loro territori, per cui tra i turisti nelle zone predestinate e gli studenti e i pochi veneziani scampati, nei quartieri più ruspanti, praticamente è un delirio.
Bellissimo, ma sempre un delirio!! 🙂
Un paio di cose curiose, che hanno fatto inorridire mio marito: un DESPAR collocato allegramente in un antico teatro che era chiuso da anni.
File di Yogurt e salami campeggiano in mezzo a proscenio e affreschi…..
Un grande e moderno Centro commerciale ricavato dentro un antico palazzo delle Poste: questo, diciamo che è meno stridente, perché i prodotti in mostra sono di lusso: profumi, vetri, biscotteria fine..
Ok, dopo innumerevoli puntate nella Isla, a trovare l’altra figlia, la “Ibizenca”, abbiamo lanciato un occhio anche su Venezia, prima che lei decida di togliere le tende, visto che nonostante la città, e soprattutto il suo quartierino, le piacciano molto, non è detto che ci resti ancora a lungo…
Anche questa volta, nei suoi cambi, interviene la presenza del moroso di turno, che questa volta è a 2 ore e mezzo di treno!
Insomma, ho due figlie itineranti che, in realtà, fanno quello che avrei voluto fare io alla loro età!! 🙂 🙂 🙂
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